L’autunno come la primavera è una stagione caratterizzata da dinamismo e cambiamento. In questa stagione la Natura inizia a ritirare le sue risorse dall’esterno all’interno, in un processo di concentrazione e addensamento: le piante cominciano a perdere le loro foglie e concentrano l’energia vitale nel tronco e nelle radici. Come un albero che in autunno lascia cadere le proprie foglie, che hanno compiuto il loro ciclo, diventate ormai superflue per entrare in questo nuovo movimento. Questo processo rafforza la struttura e la chiarezza della pianta stessa.
Per il principio alchemico analogico “come sopra così sotto” possiamo pensare che questo processo avvenga anche in noi; l’invito è quello di renderci consapevoli di esso e di non porre resistenze. Questo movimento è amplificato in questi giorni dalla Luna Nuova, che si verifica con l’assenza della Luna nel cielo. Ogni fase lunare ci dona un’energia particolare e la luna nuova è un periodo di transizione, essendo il momento di fine di un ciclo ed inizio di uno nuovo. E’ il momento in cui è facilitata la depurazione, il distacco, il lasciar andare le negatività e la celebrazione delle conclusioni.
In questo momento, così come fanno le piante, possiamo portare la nostra attenzione,la nostra energia al nostro interno, lasciando andare il superfluo, ciò che ha già fatto il suo ciclo. Il lasciar andare quindi è di fondamentale importanza per rafforzare noi stessi, per centrarci sempre più in noi stessi, per liberarci dagli strati che abbiamo addosso e che non ci rappresentano o appartengono più.
Sfogliamo questi strati, come un profondo peeling, lasciandoli andare, in modo tale da poter sentire la nostra essenza; potremo così emanare la nostra luce ed il nostro amore, risvegliando ciò che siamo realmente.
Ma cos’è che è da lasciare andare?
Chi sceglie la strada del cambiamento e aspira alla sua centratura e realizzazione deve essere disposto a modificare alcuni suoi schemi mentali ormai obsoleti, a lasciar andare abitudini, situazioni sature e a volte diventate anche sterili, ma alle quali ci si attacca per la naturale propensione del nostro Ego al possesso, per la paura del come sarà senza queste situazioni, un pò come la paura della pagina bianca quando devi iniziare a scrivere da capo qualcosa.
A volte non si lascia andare per la paura del giudizio dei nostri cari, per la paura della sofferenza di solito inevitabile del momento di passaggio, per il timore di non avere alternative all’abitudine, per la paura di rimanere da soli, per la paura di non sopravvivere senza ciò a cui siamo attaccati.
Lasciare andare la dipendenza, che è sempre malsana, verso situazioni, abitudini, ma anche la dipendenza affettiva verso qualcosa o qualcuno. Lasciar andare legami di qualsiasi tipo, ruoli in cui ci siamo sentiti definiti e al sicuro, lasciar andare persone che, se pur hanno condiviso con noi un pò della nostra strada, non possono, almeno al momento, proseguire il cammino con noi.
Lasciare andare le paure, la rabbia, tutto ciò che ci impedisce di manifestare noi stessi, come la paura del giudizio, la paura di non essere all’altezza…
L’attaccamento, il controllo, la dipendenza, imbrigliano noi stessi e gli altri. Il lasciare andare libera noi stessi e gli altri. Il lasciare andare ci libera, ci alleggerisce, ci permette di evolvere, di scorgere la verità di noi stessi e di ciò che ci circonda.
Il lasciar andare ci permette di far emergere proprie potenzialità fino a quel momento non percepite.
Lasciar andare è sinonimo di Amore. Amore senza condizioni, per noi stessi e per gli altri.
Amore e libertà. Libertà che non è più da qualcosa o qualcuno, ma libertà di essere se stessi, la capacità di esprimere la propria natura essenziale senza paura del giudizio nostro e altrui, capacità di accogliere con cuore saldo e caldo le differenze dell’altro, la capacità di provare fiducia e di affidarsi, capacità di trovare nuovo nutrimento in sé, per sé. La capacità di accettare e abbracciare le delusioni, perdonando noi stessi per aver avuto aspettative e perdonando ciò o chi ci ha deluso. La capacità di accettare ciò che è, arrendersi a ciò che è.
Durante il processo del lasciar andare potranno riemergere resistenze alla resa, a perdere il controllo, timori di soffrire come già accaduto, di ritornare lì, di non vedere realizzato il tuo sogno più bello, di non aver compreso prima… Ma più sperimenti la resa, la serenità della resa, la pienezza della resa, più lasci andare il controllo. Resa che non è sconfitta, che non è rassegnazione alla sfortuna, ma è un arrendersi, un arrendersi con gioia a noi stessi e a ciò che c’è intorno a noi. un affidarsi al Cielo, a quelle braccia invisibili che ti accolgono, non le vedi ma se ti arrendi le puoi sentire fortemente lì accanto a te.
Ho sperimentato che anche dopo le lacrime e il dolore posso tornare a respirare. Anzi ho osservato che il respiro è rinnovato, è più ampio e leggero, più tondo e caldo, e crea al mio interno spazio. Spazio in cui sento Pace e Amore per me stessa. Spazio che è pienezza per aver liberato la mia essenza, ma che è anche Spazio libero per accogliere il nuovo.